L'alleanza

tartufaio copertina

L'uomo con il cane ha una magia tutta sua. A volte capita di vederlo comparire come dal nulla, sbucato all'improvviso tra le nebbie autunnali di un fondo valle, il berretto calato sugli occhi, il fare furtivo, quasi guardingo, il cane a seguito a formare un tutt’uno e, un attimo dopo, subito sparire tra i fumi incerti di un'alba opaca, lasciando dietro sé soltanto l`alone di un mistero antico che da sempre lo circonda. Un uomo e un cane stretti in un alleanza indissolubile, che sfidano l’oscurità della notte, la pioggia, il gelo, che vivono un’avventura sempre uguale nei secoli, ma ogni volta rinnovata dalla smania di ritrovamento di una preda che ha il sapore del gesto compiuto, dell’epilogo, il cui profumo la rende unica e impareggiabile: il tartufo.

Si dice che quest’alleanza abbia avuto inizio intorno al 1380, data in cui i Principi di Acaia fecero dono a Bona di Borbone di alcla cerca di notteuni tartufi piemontesi, usanza che fu in seguito mantenuta dai Savoia, che omaggiarono dei preziosi tartufi i regnanti di tutta Europa. I tartufi in questione appartenevano alla specie successivamente denominata da Pico Tuber magnatum (dai francesi chiamati Tuber magnatium, cioè dei magnati, dei ricchi), poi comunemente chiamato Tartufo bianco d’Alba o d’Acqualagna o Tartufo bianco pregiato.

La caratteristica principale di questo tartufo consiste nel giungere a matutazione nel periodo autunnale e invernale a profondità del sottosuolo mediamente comprese tra i 20 e i 40 centimetri(qualche volta anche pochi centimetri, qualche volta fino a un’ottantina e oltre). Questa loro peculiarità li mette al riparo dal grifo del maiale, ma anche dalla vista e dal senso dell’odorato dell’uomo (per la verità alquanto limitato se paragonato a quello degli animali). Ma non dal cane. Ed è questa la ragione principale per cui i primi ritrovamenti non casuali di tartufo bianco pregiato, non potevano che coincidete con i primi impieghi del cane nella ricerca dei tartufi.IMG 6893_800_stile6
È comunque mia convinzione che l’uso del cane sia iniziato ben prima del 1380, anche se l’oscurantismo medievale nei confronti dei tartufi, nonché la necessità di utilizzo del cane per scopi di caccia, quindi di sopravvivenza, ne abbiano a luogo limitato l’impiego nella ricerca. Tanto più che, prima del cane, già si usava il maiale.

(tratto dal libro di Andrea Daprati, Tartufi, cani e tartufai - Editoriale Olimpia)